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12 juillet 2005 2 12 /07 /juillet /2005 00:00

 

 

In generale la forma del blog consente una scrittura sinottica. Come in certe antiche Bibbie, senza i limiti della pagina né la pesantezza delle note gerarchizzate tra fondo pagina, fondo capitolo e finali,  grazie al dispositivo ipertestuale dei links. Con l’ulteriore vantaggio che alla profondità dello spazio, con le pagine collegate che definiscono potenzialmente infinite modalità di lettura, si aggiunge la possibilità evolutiva del tempo, fino al virtuosismo del feed back autocorrettivo, o dell’aggancio come in fondo nelle postfazioni. Un meccanismo intrigante che perfino nel libro con Paolo avevamo sperimentato, con la stesura di chiose classiche, proposte anche come note critiche tra gli interlocutori che possono magari anche essere contrari e portare delle confutazioni, ma comunque a partire da una disponibilità alla complicità di fondo. Questo  funzionamento un po’ a cannocchiale più che alle scatole cinesi o alle matrioske deve far pensare al lavorio degli archeologi o dei geologi. Si parte dalla superficie, uno sterminato scartafaccio, poi si scava e si riparte da una radice. La forma che rende di più è quella – per dirla con Guattari, del rizoma, la patata, che corre orizzontalmente e si ramifica, ma comunque la radice e gli sviluppi si confondono abbastanza. Questo può valere anche come modello di relazioni perché è ancora meno chiuso del cosiddetto reseau, la rete, e quindi non è piramidale, ma in più è orizzontale e ramificantesi. E comunque si può sempre stabilire per convenzione qual è il cominciamento e la fine, sempre provvisoriamente definitiva, fin quando non si può dire le lezioni sono finite e suona la campanella.

Oreste

IMG: murakami

 

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