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Pomigliano d'Arco, 22 aprile 2008 CoBas "del lavoro privato" Fiat Auto Pomigliano/ vertenza 316 logistica Comunicato-stampa aggiornato - - - - - ULTIM'ORA - - - - - L'incontro di domani avrebbe dovuto svolgersi nella sede dell' Unione.industriali, in piazza dei Martiri a Napoli (dove erano state scatenate violente cariche di polizia contro i lavoratori che contestavano i dirigenti sindacali). Apprendiamo ora che essa è stata spostata, <per ragioni di ordine pubblico>, all'interno della fabbrica (presa come una sorta di ‘labirinto', una sorta di "città proibita", come una cittadella fortificata dove pensano di occultare le loro decisioni...).Noi dobbiamo portare qui la visibilità: l'appuntamento è dunque anticipato alle 9 di domani mattina, davanti all'ingresso-3, in concomitanza con l'assemblea che si svolgerà all'interno, e che è previsto sia seguita dall'incontro. CoBas-Pomigliano 23 APRILE: PRESIDIO ALL'INCONTRO PADRONE-SINDACATI ----------------------------------------- 24 APRILE: SCIOPERO PER L'INTERA GIORNATA DI LAVORO CON PICCHETTI AI CANCELLI | S.M.S. Da Pomigliano, dal picchetto di lotta contro l'esternzlizzazione di 316 operai e contro il piano Marchionne.I camion che devono entrare in Fiat sono bloccati. 15 aprile 2008/Ore 18:30 In questo momento è arrivata la polizia, ma stanno fermi Ore 18:50 Carica della polizia 3 operai feriti stanno arrivando le ambulanze il picchetto ha resistito. Avanzando dietro una recinzione per alcuni metri poi spinto a terra dalla carica della polizia Ore 19:00 4 operai non 3 feriti il picchetto resiste ancora in questo momento Ore 19:15 Altre cariche molto più violente della prima.Un operaio del corso logistica è stato fermato il picchetto non si sposta finchè non lo liberano S.M.S. Da Piazza dei Martiri/16 aprile 2008 Ore 15:00 Comincia presidio sotto unione industriale con i padroni salgono a parlare solo Cgil&co. Non fanno salire cobas ne 1 dei 316 operai che rischiano il posto Ore 18:00 Ci siamo spostati ma solo un gruppo a fare un blocco stradale a piazza vittoria Ore 19:00 Siamo tornati sotto unione industriali la polizia ha circondato la piazza in assetto anti-sommossa Forse stanno per scendere e si preparano. I sindacati venduti scendono dicono che lo spostamento a Nola ci sarà non licenziamento per ora. Ma non vogliono discutere con gli operai fuggono Ore 21:00 Cariche della polizia che difende la vile fuga di un sindacalista cgil che non vuole farsi vedere dagli operai un compagno colpito alle spalle da varie manganellate in testa è a terra Ore 21:20 Altre cariche mentre il compagno è a terra privo di conoscenza non arriva ancora ambulanza Ore 22:00 Siamo all'ospedale Pellegrini il compagno ha ripreso conoscenza solo dopo mezzora ora sta facendo la tac Ore 00 16 Il compagno sta bene ma la polizia ha identificato il compagno e voleva pure il referto ma riusciamo a uscire dall'ospedale senza darglielo. |
"Oreste Scalzone: la questione dei 316 è il preludio allo smantellamento di Pomigliano". Solidarietà attiva agli operai fiat di Pomigliano è stata portata oggi da Oreste Scalzone, che ha incontrato gli operai ai cancelli dello stabilimento in un momento cruciale della lotta che riguarda innanzi tutto, nell'immediato il destino di 316 di loro a rischio licenziamento, e in prospettiva il futuro dell'intero stabilimento. La questione dei 316 -- dice Scalzone al megafono -- richiama inevitabilmente alla memoria la repressione vallettiana e i reparti-confino: una tipica mossa padronale per sottrarre gli operai più attivi alla socialità della fabbrica, privando la comunità dei lavoratori dei compagni più combattivi. Storicamente queste manovre sono state coperte da menzogne padronali, cioè adducendo fantomatiche motivazioni "tecniche", spesso avallate da sindacati e partiti politici. Ciò che oggi va rilevato è che la deportazione dei 316 viene portata avanti dalla fiat in modo sfrontato e, quindi, con un'arroganza se possibile ancora più insopportabile che nel passato. Il problema dei 316, inoltre (denunciano con forza sia Oreste Scalzone che Domenico Mignano), è solo il preludio di un attacco complessivo e drastico agli operai dell'intero stabilimento. Prova decisiva ne è il fatto - ampiamente denunciato da Mignano - che per Pomigliano non c'è niente di quanto viene sbandierato come <piano industriale> : al contrario, si può parlare di effettivo smantellamento del marchio Alfa per quanto riguarda Pomigliano, dove di fatto è rimasta solo la produzione di vecchi modelli (i nuovi saranno prodotti a Mirafiori e Cassino, e all'orizzonte ci sono già trattative per portare la produzione in America, Cina e in Messico). Quindi appare chiaro che la fiat intende regolare i conti con Pomigliano dopo aver strappato dalla fabbrica i lavoratori più decisi: dopo la deportazione dei 316 la violenza della ristrutturazione padronale si scaglierà sulle migliaia di lavoratori dello stabilimento. Per questo è assolutamente necessaria la massima attenzione, e la partecipazione di tutti ad ogni tappa di questa battaglia : a cominciare da domani, giorno per cui si prevede un'altra ‘puntata' della trattativa tra padroni e sindacati "riconosciuti", detentori della <rappresentanza>, e in esclusiva, in regime di monopolio : i sindacati membri delle confederazioni, e quelli direttamente <d'azienda'> (il sindacato geneticamente padronale, "giallo", FISMIC). Questi sindacati istituzionali (evidentemente, "di Stato"...) vietano l'accesso alle trattative [*] ai Cobas perché già hanno deciso con la fiat la "delocalizzazione" dei 316 all'Interporto di Nola, "indorata" con l'inutile e chiaramente falsa promessa -- che ovviamente si rimangeranno tra qualche mese -- che i ‘deportati' rimarranno in fiat. La stessa operazione, infatti, la fiat la fece alcuni anni fa, quando costituì le UPA, limitandosi -- come adesso con i 316 -- a garanzie false e strumentali di mantenimento del ‘posto' (alcuni esempi di deportati che pochissimi mesi dopo furono dimessi e i lavoratori tutti licenziati: Selca, Cablato, Lifi, Ricambi, Bisarchisti, etc., per non parlare della Sevel-Campania e dell'AlfaRomeo di Arese). La conclusione è quella di rilanciare con forza la lotta, di non permettere che la logica del profitto abbia il sopravvento sulla "logica" della vita degli operai. | |
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