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6 avril 2007 5 06 /04 /avril /2007 13:57
Gli studenti invitano l’ex leader di Potere operaio a un dibattito, il preside nega l’aula magna. Braccio di ferro su Scalzone a Lettere
La Repubblica Giovedì 5 Aprile
ISABELLA NAPOLI

BRACCIO di ferro tra gli studenti della facoltà di Lettere dell’Università di Palermo e il preside Giovanni Ruffino sulla presenza a Palermo di Oreste Scalzone. L’ex leader di Potere operaio, condannato a 16 anni nel 1979 per terrorismo e rientrato a febbraio scorso dalla Francia dopo la prescrizione dei reati, sarà in città il 18 aprile. Il preside ha però negato l’autorizzazione a svolgere un dibattito nell’aula magna della facoltà: un incontro che il collettivo universitario autonomo e il Centro sociale “ex Carcere” aveva in calendario nell’ambito delle iniziative “Il filo rosso della rivolta”, sul trentennio di lotte dal 1977 al 2007. Dopo un seminario su “I 100 giorni della Pantera”, un incontro con alcuni rappresentanti della sinistra berlinese antifascista che stanno organizzando una mobilitazione no global a Berlino per il G8 di giugno, la presentazione     del libro “Gli autonomi” e il 14 aprile la proiezione del film Guerrilla Girl, un viaggio all’interno della selva colombiana per riprendere la storia dell’addestramento di una giovane delle Farc, il ciclo doveva concludersi idealmente con il dibattito con Scalzone. «Un momento di confronto fondamentale — spiega Elisabetta Di Patti, del centro sociale Exkarcere — per avere una memoria storica di quei giorni. Per ricordare e rielaborare le lotte sociali e la conquista dei diritti, abbiamo pensato di contattare il leader di uno di questi movimenti autorganizzati che è da poco rientrato in Italia».

Già a febbraio la facoltà aveva ospitato Renato Curcio, ex brigatista rosso. «Curcio ha scontato la sua pena — spiega Ruffino — mentre Scalzone è fuggito in Francia e ha mantenuto sempre un atteggiamento ambiguo. Non è una persona per cui posso modificare il calendario di attività già in programma e proprio per il 18 aprile, è già prevista nell’aula magna un altro seminario ». Ma gli studenti non ci stanno. «Non ci faremo fermare da questa censura — dice Gaetano Mazzola del collettivo universitario autonomo — e organizzeremo ugualmente l’incontro all’interno della facoltà, in un’altra aula». A La Sapienza di Roma, a febbraio scorso il preside di Lettere ha scelto di chiudere per un’ora la facoltà per una manifestazione non autorizzata proprio con l’ex leader di Potere Operaio. Succederà lo stesso a Palermo? «Non arriveremo a questo — risponde il preside — ma è chiaro che gli studenti non potranno occupare spazi in cui si svolgono altre attività, né tantomeno violare la legge. Se mi chiederanno l’autorizzazione per un’altra aula, valuterò il da farsi»


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