20 février 2007
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18:52
Di Vincenzo Sparagna
Premesso che considero il viaggio di Oreste Scalzone in Italia un successo che è andato oltre anche le mie (già comunque ottimistiche…) previsioni; premesso altresì che questo pone problemi nuovi, che spero verranno affrontati da tutti i compagni e gli amici con maturità e determinazione, forse è utile una brevissima osservazione sull’intervento di Scalzone nello studio di Sky alla vigilia di Vincenza. Non entro nel merito delle tante cose giuste e importanti dette da Oreste. Vorrei piuttosto sottolineare che la comunicazione televisiva è anche una comunicazione di sguardi, espressioni e caratteri. E, in questo senso, credo che bene abbia fatto Oreste, sia pure entro la misura che sta al di qua della rissa televisiva classica, a far sentire nel finale la sua indignazione per la superficialità e la stupidità sorridente del vicedirettore di Libero. Certe volte il grido, quando viene dal profondo di uno stato d’animo sincero, ha più forza comunicativa della pacatezza.
Dico questo non per invitare Oreste alle escandescenze, visto che una delle sue armi più efficaci è sicuramente il sorriso semplice e buono, ma per invitare tutti a non dare giudizi affrettati o superficiali.
La politica, tra le mille altre cose, è l’arte di convincere.
Premesso che considero il viaggio di Oreste Scalzone in Italia un successo che è andato oltre anche le mie (già comunque ottimistiche…) previsioni; premesso altresì che questo pone problemi nuovi, che spero verranno affrontati da tutti i compagni e gli amici con maturità e determinazione, forse è utile una brevissima osservazione sull’intervento di Scalzone nello studio di Sky alla vigilia di Vincenza. Non entro nel merito delle tante cose giuste e importanti dette da Oreste. Vorrei piuttosto sottolineare che la comunicazione televisiva è anche una comunicazione di sguardi, espressioni e caratteri. E, in questo senso, credo che bene abbia fatto Oreste, sia pure entro la misura che sta al di qua della rissa televisiva classica, a far sentire nel finale la sua indignazione per la superficialità e la stupidità sorridente del vicedirettore di Libero. Certe volte il grido, quando viene dal profondo di uno stato d’animo sincero, ha più forza comunicativa della pacatezza.
Dico questo non per invitare Oreste alle escandescenze, visto che una delle sue armi più efficaci è sicuramente il sorriso semplice e buono, ma per invitare tutti a non dare giudizi affrettati o superficiali.
La politica, tra le mille altre cose, è l’arte di convincere.